Massimo Matricini
💭 I “Colossi” dell’intelligenza artificiale: progresso utile o spreco inutile? Elon Musk, con la sua xAI, sta costruendo a Memphis due data center giganteschi: Colossus e Colossus 2. Ospiteranno oltre 550.000 chip $NVDA (NVIDIA Corporation), per un valore di oltre 18 miliardi di dollari solo in processori. Un investimento complessivo da decine di miliardi, con il sostegno di SpaceX e investitori privati. L’obiettivo? Alimentare Grok, l’intelligenza artificiale di Musk, e competere con OpenAI, Anthropic e $GOOG (Alphabet) DeepMind nella corsa alla supremazia dell’AI. 👉🏼 Fin qui tutto affascinante. Ma la domanda vera è:
 ci servono davvero questi mostri di calcolo nella vita quotidiana? La risposta, per quanto scomoda, è no — almeno non ancora. 
Questi data center non servono per gestire le nostre email o le app che usiamo ogni giorno.
 Servono a macinare enormi quantità di dati, addestrare modelli sempre più complessi e alimentare un’economia che punta sull’intelligenza artificiale come nuova fonte di potere. Il problema è che, nel frattempo: * consumano energia come una città, * bevono milioni di litri d’acqua, * creano solo poche centinaia di posti di lavoro, * e generano grandi tensioni ambientali nelle comunità che li ospitano. A Memphis, per esempio, molti residenti si stanno già opponendo: temono l’inquinamento da turbine a gas e i costi ambientali di un’infrastruttura che promette tanto ma restituisce poco al territorio. Eppure, non si può ignorare il lato opposto della medaglia. Queste “centrali di intelligenza” potrebbero diventare la base per: * medicina predittiva, * gestione energetica intelligente, * automazione industriale sostenibile, * e città davvero connesse e efficienti. In fondo, ogni rivoluzione tecnologica è iniziata così: prima sembrava un lusso inutile, poi è diventata indispensabile. Translate
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