Avidità estrema: la prima del 2025

Il Fear & Greed Index ha raggiunto quota 78, entrando per la prima volta nel 2025 in “Extreme Greed”. Un segnale che sintetizza il clima dominante sui mercati: l’euforia ha preso il posto della prudenza, l’inerzia ha lasciato spazio al momentum. In meno di tre mesi, lo S&P 500 ha archiviato un ribaltamento completo del sentiment. Il punto di svolta è arrivato il 9 aprile.

Fear & Greed Index in forte risalita a quota 78 nel luglio 2025, segnando Extreme Greed sui mercati azionari

Quel giorno, il mercato sembrava sul punto di rompersi. Vendite diffuse, volatilità in rialzo, comparti ciclici sotto pressione. Poi un tweet. “This is a great time to buy”, scrive Donald Trump nel momento di massimo stress. Subito dopo, la Casa Bianca annuncia la sospensione per 90 giorni dell’introduzione dei nuovi dazi. È l’inversione. Violenta. L’S&P 500 mette a segno un recupero intraday del +10,8%. Il Nasdaq guadagna il 12% in un solo giorno. Il VIX crolla del 35%, registrando il calo percentuale più violento della sua storia. È panic buying. È la miglior seduta dal 2008. Ma soprattutto, è il reset emotivo di cui il mercato aveva bisogno.

Da lì in avanti, la traiettoria è diventata una sola. Il rally si è esteso, alimentato dalla componente tecnica e dal riposizionamento. I settori più penalizzati da inizio anno sono diventati improvvisamente i più ricercati. L’indice di ampiezza di mercato è passato da livelli di stress a segnali di forza strutturale. I nuovi massimi a 52 settimane sulla NYSE hanno superato i nuovi minimi. La domanda di asset rischiosi è tornata a salire.

Andamento settori USA 2025 prima e dopo il 9 aprile: forte rimbalzo di tecnologia, industriali e comunicazioni

Il 3 luglio lo S&P 500 ha registrato il suo settimo nuovo massimo storico. E la storia suggerisce che massimi storici non siano segnali di pericolo. Anzi. Dal 1988, chi ha investito sull’S&P 500 in un giorno qualsiasi ha avuto un rendimento medio a 5 anni del 74%. Chi lo ha fatto in corrispondenza di un nuovo massimo storico ha guadagnato in media l’80,9%. Gli all-time high, più spesso di quanto si creda, rappresentano punti di ripartenza, non di esaurimento.

Investire sull’S&P 500 ai massimi storici ha reso in media più dell’investire in giorni casuali: +80,9% a 5 anni

Guardando poi agli ultimi 50 anni, il rally del 2025 è già tra i più rapidi recuperi a nuovi record dopo un drawdown superiore al 15%. Più veloce del 2019, più ordinato del 2020, più diretto del 1991.

Il rally del 2025 è tra i più rapidi ritorni ai massimi dell’S&P 500 dopo cali superiori al 15%, più veloce di 1998 e 2020

Anche dal punto di vista tecnico, il mercato ha ricevuto una conferma rilevante. Il 1° luglio lo S&P 500 ha formato un Golden Cross, con la media mobile a 50 giorni che ha incrociato al rialzo quella a 200 giorni. Storicamente, questo pattern ha una probabilità dell’88% di anticipare guadagni nei sei mesi successivi. In media, un anno dopo, l’indice registra un rendimento del +12,29%.

Performance S&P 500 dopo Golden Cross dal 1975: rendimento medio a 1 anno +12,29%, con probabilità positiva dell’88%

La struttura del rally è ampia ma non uniforme. La tecnologia è stata ancora una volta il motore principale. L’ETF XLK ha guadagnato oltre il 43% dal 9 aprile, dopo essere stato tra i più penalizzati nella fase precedente, con i semiconduttori a fare da traino. Gli industriali hanno segnato +28,7%, le comunicazioni +25,7%, i materiali +23,6%, i finanziari +21,5%. Anche i consumi discrezionali, tra i più colpiti nel primo trimestre, sono risaliti con decisione. In coda restano sanità e utilities. Il mercato, oggi, non cerca difesa. Cerca esposizione al rischio.

Dal 9 aprile 2025, il settore tecnologico ha guidato il rally USA con l’ETF XLK a +43,21%, seguito da industriali e comunicazioni

Tutti i sottoindicatori del Fear & Greed Index, tranne uno, segnalano “Greed” o “Extreme Greed”. Momentum, breadth, put/call ratio, junk bond demand, net new highs e safe haven demand sono allineati a un contesto di espansione del rischio. Solo la volatilità resta neutrale.

Oggi i mercati prezzano ottimismo. L’S&P 500 è sopra le principali medie mobili, il VIX è depresso, i titoli growth sono in accelerazione. Ma la vera lezione di questo trimestre è che, in certi momenti, sono le parole a spostare i capitali più dei fondamentali. E quando questo accade, l’inerzia prende il comando.

Tuttavia, è proprio in fasi di euforia che il mercato si fa più esigente. Dopo un rialzo del 26% in meno di tre mesi sull’S&P 500, le aspettative sono elevate, e ogni deviazione, macro o micro, rischia di produrre reazioni sproporzionate. L’avidità estrema non è un segnale di pericolo, ma un termometro. Suggerisce un mercato che, pur solido, diventa meno indulgente. Le prese di profitto possono arrivare. I cambi di direzione, non per forza. Serve più attenzione. Non meno fiducia.