Oggi, venerdì 20 giugno 2025, segna la scadenza delle “Triple Streghe”, e questa volta non si tratta di un evento qualunque: con 6,5 trilioni di dollari di esposizione nozionale in scadenza tra opzioni su indici, azioni, ETF e futures, ci troviamo di fronte a una delle scadenze più imponenti mai registrate.
Solo sull’S&P 500 sono in scadenza circa 4 trilioni di dollari in opzioni. A questi si aggiungono quasi 900 miliardi su titoli singoli, oltre 700 miliardi su ETF e un ulteriore blocco su opzioni su futures. Un volume imponente, che sta già lasciando il segno sulle dinamiche di mercato.
Il mercato si trova ancorato a ridosso dei 5980 punti, in una zona in cui si concentra il massimo open interest in opzioni Call, in particolare sullo strike 6000. Sebbene il dato non distingua tra posizioni lunghe e corte, il contesto operativo dei mesi scorsi, caratterizzato da elevata incertezza legata ai dazi, potrebbe farci supporre come molti operatori abbiano potuto vendere Call a strike elevati per finanziare strategie di protezione. Il risultato è un effetto tecnico noto agli operatori più esperti, ma spesso trascurato: quando il prezzo si avvicina a uno strike con una concentrazione così elevata di opzioni in scadenza, entrano in gioco le dinamiche di gamma positiva.
In questa configurazione, i dealer (che si trovano dalla parte opposta delle opzioni acquistate dagli investitori) devono gestire attivamente il rischio. Se l’indice sale, e con esso il valore delle Call, sono costretti a vendere il sottostante per mantenere la neutralità; se scende, ricomprano. Questo comportamento, vendere sui rialzi/comprare sui ribassi, esercita una pressione contraria al movimento, stabilizzando artificialmente il mercato e mantenendolo inchiodato a un range. È una forza meccanica, non fondamentale. Ma finché queste posizioni restano aperte, lo S&P 500 è vincolato alla propria struttura derivativa, come sospeso su un equilibrio costruito nel mondo delle opzioni.
Ma con la scadenza odierna, quel vincolo si dissolve. Le coperture evaporano, le barriere gamma cadono, e il mercato torna esposto. È in quel momento che la direzionalità può riprendere il sopravvento.
Oggi potremmo assistere a una seduta trattenuta fino all’ultima ora di contrattazione. Ma sarà da lunedì che i riflettori si accenderanno davvero. Perché, se oggi il mercato è sospeso da forze tecniche, da domani quelle stesse forze scompaiono. E a quel punto, il gioco cambia.